è uno stato psicofisico di allarme legato alla preoccupazione per un imminente pericolo che sembra inevitabile e dal quale non si può fuggire. Mentre la paura è un emozione di fronte ad un pericolo realmente presente, l'ansia è scatenata dal solo pensiero che questo pericolo si possa materializzare.
L'ansia buona, l'ansia cattiva
L'ansia serve a prepararci ad affrontare con maggiore prontezza una situazione nuova, difficile o pericolosa. Un po' d'ansia può aiutare lo studente a focalizzarsi sullo studio in prossimità di un esame, può dare la carica al cantante prima di un concerto, far battere il cuore all'innamorato che sta per recarsi al primo appuntamento. Questo tipo d'ansia è una normale reazione fisiologica e non richiede nessun intervento.
Altre volte, invece abbiamo la sensazione che l'ansia aumenti a dismisura e diventi sproporzionata alla situazione. Essendone consapevoli cerchiamo di combatterla impegnando in questa lotta tutte le nostre energie.
Quando l'ansia diventa un problema?
Paradossalmente, proprio nel momento stesso in cui ci diamo da fare per sconfiggerla! Più cerchiamo di controllarla più diventa forte, più ci sforziamo di non avere certi pensieri ansiogeni, più questi ritornano in modo ossessivo. La strategia più dannosa che mettiamo in atto è quella dell’evitamento. Per la paura di provare l'ansia evitiamo le situazioni che la scatenano e corriamo il rischio di rinunciare alle cose che ci piacciono, agli impegni importanti, agli incontri, a una parte della nostra vita.
I SEGNALI D'ALLARME
L’ansia si può trasformare in un Disturbo d'Ansia quando la persona limita le proprie scelte e si accorge che:
Le sue relazioni interpersonali si riducono: non va alla festa perché la presenza delle persone sconosciute provoca l'ansia, rinuncia al cinema perché potrebbe avere un attacco di panico, non frequenta i ristoranti per paura di sentirsi male, non racconta del suo problema agli amici perché si vergogna della sua “debolezza”, cerca le scuse per evitare le situazioni sociali isolandosi sempre di più.
Cambia le abitudini: smette di guidare in autostrada per paura di un attacco di panico, non prende più la metro, l'ascensore; smette di fare la spesa al supermercato, c'è troppa gente;
Cerca rassicurazioni: si fa sempre accompagnare da qualcuno, non riesce ad uscire di casa da solo, ha bisogno di essere continuamente rassicurato dal genitore, dall’amico, dal partner, dal medico.
Rinuncia alle cose che riteneva importanti: non fa un viaggio di studio all'estero perché dovrebbe prendere l'aereo, non accetta un'offerta di lavoro che implica gli spostamenti, rinuncia alla promozione se le nuove mansioni lo obbligano a parlare in pubblico, non frequenta più la palestra perché dovrebbe andarci da solo, ritorna ad abitare con i genitori.
Adotta i rituali di controllo, le azioni ripetute (compulsioni) che servono per mitigare l'ansia. Per esempio, controlla più volte se aveva chiuso la porta a chiave per paura di essere derubato, si lava continuamente le mani per ridurre la paura di essere contaminato, conta i battiti cardiaci per paura di aver un attacco di cuore.
Ha la sensazione di perdere controllo sulla propria vita, ha paura di morire o d’impazzire.